
22/09/2025
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Voci dalla Plenaria 2025: “I giovani cercano qualcosa di grande”
Voci dalla Plenaria 2025: “I giovani cercano qualcosa di grande”
Al termine dell’Assemblea Plenaria 2025 della UISG, raccogliamo in questa sezione le testimonianze e le riflessioni di alcune Superiore Generali sui grandi temi che hanno animato i nostri giorni di ascolto, discernimento e comunione.
Attraverso queste interviste settimanali, desideriamo aprire uno spazio di ascolto e di comunione, dove possa risuonare l’esperienza di coloro che, da contesti diversi, camminano in chiave sinodale al servizio del Vangelo e della vita consacrata nel mondo di oggi.
Questa settimana condividiamo le parole di Sr. Chiara CAZZUOLA, Superiora Generale
delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che invita a superare gli stereotipi sui giovani, riconoscendo in loro un autentico desiderio di qualcosa di grande, richiamando gli adulti a farsi presenti e testimoni credibili di una vocazione vissuta con gioia.
"Dobbiamo lasciare l’immagine che passa, così standard, dei giovani che sono scontenti, che sono mammoni, che non cercano niente, che sono teppisti, che sono qua, che sono allo sbando. Certo, c’è una parte di gioventù che soffre maggiormente l’abbandono degli adulti. Quindi, alcune manifestazioni, secondo me, sono legate al fatto che noi adulti non ci siamo proprio come presenza familiare, come educatori, eccetera. Però, andando a vedere nel cuore dei giovani — e anche delle giovani, dico — e anche perché il mondo femminile è sempre un pochino più attento anche nei confronti della vita consacrata, della vita religiosa, vediamo che c’è un grande desiderio di ricerca di qualcosa di grande.
Allora, io sono d’accordo con quello che diceva don Bosco, che la vocazione avviene anche per contagio, cioè a chi devono rivolgersi? Perché la ricerca di Dio, cioè secondo me noi dobbiamo essere degli indicatori più chiari, un po’ come è stato Giovanni Battista sulla riva del mare quando ha detto “Ecco l’Agnello di Dio” indicando Gesù ai discepoli. Mi sembra che a volte non abbiamo tanto coraggio, anche noi, e siamo in mezzo a tanti giovani, tante ragazze, tanti ragazzi anche bravi, buoni, e manca il coraggio della proposta. E a monte, direi, ci vogliono anche comunità vocazionali convinte, serene, felici della scelta vocazionale che hanno fatto, perché il contagio passa di lì, passa dalla testimonianza degli adulti, adulti felici che hanno trovato la loro strada, che sono in grado di proporre un modello che non è antiquato.
Dobbiamo rivedere un po’ le forme, ma non è antiquato, perché Gesù è eterno e la vita religiosa è tale. Quindi ho molta fiducia, anche perché, come diceva prima suor Simona Brambilla, c’è sì un momento di notte, se vogliamo. Dobbiamo riconoscere anche i segni dei tempi, forse l’inverno che prepara la primavera, ma dobbiamo vedere le cose, il mondo e i giovani con più speranza".
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