Nei prossimi giorni presenteremo le tre vincitrici del Premio Sisters’ Anti - Trafficking 2025. Questi premi onorano tre sorelle che hanno dimostrato coraggio, creatività, collaborazione e dei risultati eccezionali nel proteggere le loro comunità dalla tratta di esseri umani.

La seconda suora premiata è Suor Margaret Ng, RSJ (Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore), dell’Australia, ha ricevuto il Servant Leadership Award per la sua eccellenza nel costruire reti collaborative.

Biografia di sr Margaret

Da vent’anni impegnata contro la tratta, nel 2004 ha fondato il Counter Trafficking Program delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore. 

Nel 2005 è stata co‑fondatrice dell’associazione ACRATH (Australian Catholic Religious Against Trafficking of Humans), di cui è membro attivo e parte integrante del team che ogni anno incontra ministri e dipartimenti del Governo Federale per sensibilizzare e promuovere cambiamenti sistemici. Suor Margaret ha ricoperto due volte il ruolo di coordinatrice regionale del New South Wales per ACRATH.

Grazie alle sue radici culturali interculturali e alla conoscenza di tre lingue, offre un supporto prezioso ai sopravvissuti nel difficile processo di integrazione culturale. Questo contributo unico le ha guadagnato grande rispetto. Ha incontrato ambasciatori e rappresentanti di varie ambasciate a Canberra per discutere dei casi che seguiva, rafforzando in modo particolare i legami con l’Ambasciata delle Filippine.

In collaborazione con l’Esercito della Salvezza, ha fondato una casa rifugio a Sydney per donne vittime di tratta, che continua a visitare ogni settimana. Tiene anche incontri di sensibilizzazione per adulti, scuole e parrocchie.

«Nel 2015, insieme a quattro parrocchiani, suor Margaret ha fondato PATH (Parish Against Trafficking of Humans), un gruppo dedicato alla sensibilizzazione, all’advocacy e al sostegno delle vittime. Il gruppo è oggi ben consolidato e suor Margaret rimane una presenza fondamentale. Collabora regolarmente con Be Slavery Free, Croce Rossa, Anti‑Slavery Australia e Forced Marriage Network. In un caso, siamo riusciti ad aiutare una vittima di matrimonio forzato a rientrare dall’estero, dopo che era fuggita in pigiama fino all’aeroporto.»