05/04/2023

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Per una grammatica dell’umano nella vita consacrata

Per una grammatica dell’umano nella vita consacrata

 

P. Carlos del Valle, SVD

 

Ci sono troppi giudici e pochi amici dell’anima. Ci sono troppi maestri e pochi discepoli. Religiosi che hanno nel cuore idee, istituzioni, timori, non persone. Concentrati sul ruolo, non sulla missione, trasformano l’incarico in un ufficio, diventando funzionari sacrali e persino funzionari pragmatici, inseriti nella vita secondo il sole che scalda di più. Persone che siedono al posto di Mosè, arrugginite da un sistema che non risponde più alle richieste umanizzanti di cambiamento. Ci sono comunità in cui si vive la consacrazione come uno status, come una separazione dalla vita in generale, dai laici e dai poveri in particolare. Si percepisce la vita religiosa come stanca, incurante di essere vita, per quanto religiosa possa apparire. Fuori fuoco di fronte alle profonde trasformazioni della storia. Toccata dalla lebbra della disumanizzazione, ha bisogno di sentire la mano del Guaritore della tenerezza.

 

Non c’è ombra senza luce e non c’è luce che non proietti un’ombra. La testimonianza di molti si perde a causa dell’incoerenza di alcuni. Oggi non c’è tempo per le cose inutili. “Non è il momento di trattare con Dio d’interessi di poca importanza” dice Teresa d’Avila.

 

Il rapporto tra la Chiesa e il Vangelo è fondamentale. Il Vangelo non è teoria, dottrina, religione; è uno stile di vita. È la raison d’être della consacrazione, di uomini e donne di fede, orientati al Mistero, chiamati a trasformare la vita secondo il cuore di Dio, essendo con tutto il cuore in ogni cosa e avendo a cuore ogni cosa.

30/07/2023

Gertrudes Duarte Ferreira

Artigos muito bons e muito oportunos. Bem hajam.

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