08/03/2023

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Donne consacrate che sostengono e danno potere ad altre donne

Donne consacrate che sostengono e danno potere ad altre donne

 

Riflessione di Suor Carmen Ferrer - Superiora Generale della Congregazione delle Suore della Carità del Cardinal Sancha

 

Nella storia delle nostre società, il ruolo della donna è andato trasformandosi. In questo momento storico, tanto gli sviluppi sociali quanto quelli tecnologici hanno permesso alle donne di assumere vari ruoli, tutti considerati di grande importanza, permettendo loro di offrire il proprio personale contributo, sulla base della luce con la quale sono nate dal cuore di Dio, piene del potere che è dato loro dalla bellezza e della ricchezza della propria femminilità. Allo stesso modo, anche le donne consacrate hanno ricoperto molteplici ruoli all’interno della società, impegnandosi in molte missioni diverse e diventando punti di riferimento sociali nei luoghi in cui lavoravano. Come facciamo allora ad aiutare altre donne a sviluppare tutti i propri talenti a vantaggio della nostra società? Il modo migliore in cui una donna consacrata può contribuire a rafforzare e dare potere ad altre donne è quando lei stessa, come donna consacrata, si impegna a essere una donna rafforzata e piena di potere. Se facciamo fronte alle nostre responsabilità e cerchiamo di modificare l’immagine tradizionale della donna, sottomessa e con gli spazi sacri e gli ambienti a essi legati come unico raggio di azione, trasformandoci in donne al servizio degli altri e impegnate a far fiorire i valori del Regno; se diventiamo donne liberate e liberatrici, con convinzioni chiare e radicate, evangeliche e giuste, che le aiutano a prendere posizioni coraggiose per offrire sostegno, chiarire, denunciare e/o difendere i più deboli all’interno del nostro sistema. 


Il rafforzamento delle donne è legato attualmente a una posizione sinodale e cooperativa che abbiamo adottato al fianco degli agenti pastorali, delle gerarchie e degli uomini con i quali condividiamo le nostre missioni. L’obiettivo è generare quel valore e stima sociale che la donna merita per le funzioni di cui si fa carico, senza per questo generare conflitti. Significa dare visibilità autentica a chi siamo e dove agiamo come donne, senza false parole di lode o atteggiamenti condiscendenti. Significa distruggere i paradigmi tradizionali di obbedienza alle autorità ecclesiastiche e, in alcuni casi, persino alla nostra Congregazione. Significa essere sempre assertive e convinte e coinvolgere le donne affinché conoscano i propri diritti e sappiano come esercitarli e difenderli, tanto all’interno della Chiesa quanto negli altri ambiti della convivenza umana. Inoltre, è importante mostrarci sicure di noi stesse nelle nostre convinzioni di vita, esprimendole con rispetto e positività. È necessario quindi creare una leadership positiva che ci identifichi come donne consacrate, rivolte e orientate verso le nuove circostanze in cui dobbiamo vivere. 

È necessario creare una leadership positiva che ci identifichi come donne consacrate, rivolte e orientate verso le nuove circostanze in cui dobbiamo vivere.

Viviamo la leadership all’interno della nostra Congregazione e della Chiesa, dedicandoci con cura alla grande missione che possiamo sviluppare come donne consacrate, impegnandoci e dando il meglio di noi stesse, anche nonostante le nostre debolezze. Lavoriamo al fianco delle nostre consorelle della congregazione, appoggiando il loro valore e le loro iniziative, condividendo il discernimento e rafforzando il loro lavoro all’interno della Chiesa, difendendole dagli eventuali gesti che possono dar loro la sensazione di essere guardate con superiorità. All’interno della Chiesa e della società, diamo il nostro contributo, partecipiamo, interagiamo, ci assumiamo delle responsabilità e soprattutto accompagniamo e difendiamo i più fragili e deboli, una categoria di cui fanno parte tante donne che camminano al nostro fianco e che mostrano il proprio valore e le grandi responsabilità di cui devono farsi carico. Insieme ai sacerdoti, cerchiamo di costruire una Chiesa basata tanto sulla fratellanza quanto sulla sorellanza e, all’interno di una relazione orizzontale e paritaria, ci sosteniamo gli uni con gli altri nella grande missione dell’evangelizzazione.

 

Un altro modo per vivere la leadership femminile è unirci ad altre donne, per riflettere insieme sull’importanza della nostra partecipazione in ogni ambito, soprattutto laddove si prendono delle decisioni, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato. È importante aiutare le donne a diventare consapevoli che, se davvero costituiamo la metà della popolazione mondiale, allora abbiamo voce in capitolo e responsabilità per tutto ciò che accade nella nostra società.


Ci impegniamo a farci carico della missione che ci è stata affidata con entusiasmo, determinazione, apertura alle novità, esprimendo delle idee nuove che ci permettano di progredire come donne di fede, senza timore di essere equivocate e non ascoltate quando esprimiamo il nostro punto di vista, ma in un clima di fraternità al fianco delle nostre sorelle e dei nostri fratelli, identificando i punti in comune che ci consentono di procedere insieme verso una Chiesa sinodale e una Congregazione che renda più flessibili le proprie strutture, per permettere allo Spirito di Dio di parlare al nostro cuore. E, cosa ancora più importante: adottiamo un atteggiamento di apertura e ascolto verso il nuovo, facendo ciascuna del proprio meglio, nonostante le nostre debolezze. 


Vale ora la pena ricordare alcune frasi di tre Pontefici dei nostri tempi:


Pio XII:  "(La donna) deve cooperare, insieme all’uomo, per il bene della società, avendo con lui pari dignità … Entrambi hanno il diritto e il dovere di collaborare per il bene comune della società della patria…” (24 aprile 1957).  

 
San Giovanni XXIII: “Nella donna, infatti, diviene sempre più chiara e operante la coscienza della propria dignità. Sa di non poter permettere di essere considerata e trattata come strumento; esige di essere considerata come persona, tanto nell’ambito della vita domestica che in quello della vita pubblica.” (Enciclica Pacem in terris (1963), n. 22). 


San Giovanni Paolo II: “Voi non avete solo una gloriosa storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da costruire! Guardate al futuro, nel quale lo Spirito vi proietta per fare con voi ancora cose grandi.” (VC 110). 

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Suor Carmen Ferrer, hccs

 

Ha lavorato all’interno della missione educativa come insegnante di spagnolo e dirigente scolastico in Colombia, Porto Rico e Repubblica Dominicana. Ha una laurea specialistica in Studi Ispanici presso la UPR-RUM e ha conseguito una formazione biblica presso la Escuela de Ciencias Bíblicas della Repubblica Dominicana e presso la UBL del Costa Rica. 


Per 19 anni ha lavorato nella pastorale giovanile, nella pastorale biblica e nella formazione delle Comunità Ecclesiali di Base e dell’istruzione popolare, come dirigente di un istituto tecnico professionale del movimento di istruzione popolare FE Y ALEGRIA.


Per 12 anni è stata Segretaria Generale della Congregazione delle Suore della carità del Cardinale Sancha e ha ricoperto il ruolo di Superiora Generale per due mandati: dal 2000 al 2006; dal 2018 a oggi.


È stata presidentessa della CONFERENZA DOMINICANA DEI RELIGIOSI DELLA REPUBBLICA DOMINICANA (CONDOR) e, al momento, è portavoce della CONDOR e quarta Vice-presidente della CLAR.

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